Mi chiedo molto spesso quanti di noi conoscano storicamente, culturalmente e artisticamente in tutte le sue sfumature, la città in cui si vive. Sono convinta che la tendenza sia di organizzare visite culturali alla scoperta di luoghi inediti altrove, piuttosto che esplorare le meraviglie che abbiamo sotto il naso. Per questo motivo, da diversi anni oramai, mi organizzo le giornate libere per riscoprire Napoli, nelle sue segrete vie. I suoi luoghi, soprattutto quelli inesplorati, evidenziano le caratteristiche tanto per essere una città difficile e controversa, quanto bella, misteriosa e incantevole. L’idea di fare la turista nella mia città ha fatto sì che Parthenope si riscattasse ai miei occhi. Sì, in effetti io mi lamento sempre, ma in concreto però, non per capriccio. Ecco, dunque, che in questo modo ho visitato luoghi unici, riscoperto emozioni e rivolto uno sguardo diverso ai monumenti che avevo davanti a me da sempre.
Di recente ho ospitato due cari amici lombardi che a Napoli non erano mai venuti. Considerato il caldo eccessivo di quest’anno, ho pensato di portarli in visita alle Catacombe di San Gennaro dove la temperatura di questi periodi è di 15°. E’ stata una scoperta anche per me. Il sito archeologico è molto suggestivo e formato da Catacombe disposte su due livelli non sovrapposti. Si nota, infatti, un ampio spazio tra un sepolcro e l’altro a differenza delle più famose catacombe romane. Una costruzione realizzata, secondo quanto si apprende da studi effettuati, grazie alla lavorabilità e alla solidità del tufo. Il nucleo originario delle Catacombe di San Gennaro risale al II secolo d.C. Si tratta, probabilmente, del sepolcro di una famiglia gentilizia che poi donò gli spazi alla comunità cristiana. Il luogo rappresenta un continuo dialogo di devozioni e riti antichi, tra i defunti e la vita della città. Una tradizione fedele alla cultura dei napoletani, che da sempre si sono rivolti ai santi per chiedere grazie importanti o minori.
Le Catacombe prendono il nome dal santo patrono della città, San Gennaro, le cui spoglie traslarono nel V secolo, contribuendo all’espansione del fenomeno di pellegrinaggio e luogo ambito per la sepoltura. Le spoglie del santo, prima di trovare fissa dimora nel Duomo di Napoli, sono state spostate più volte. Non si hanno molte notizie delle origini di San Gennaro, probabilmente è nato nel 272 d.C. e fu vescovo di Benevento. Fu arrestato nel IV secolo per professione della fede cristiana e decapitato a Pozzuoli nel 305 d.C. Il sangue del santo fu raccolto in parte e conservato in due ampolle, mentre i resti furono sepolti nell’Agro Marciano. Nel V secolo fu portato a Napoli dal vescovo Giovanni I e sepolto all’interno delle Catacombe. Le spoglie furono trafugate nell’831 d.C. dal duca longobardo Sicone I e portate a Benevento. In seguito furono spostate nel santuario di Montevergine, dove restarono quasi dimenticate per oltre due secoli.
Dopo molti anni di trattative con i monaci di Montevergine, le ossa furono restituite alla città di Napoli nel 1497. Visitare questo posto significa immergersi in un’altra dimensione. L’aspetto che ho ritenuto più interessante (a parte la bellezza del sito), è il lavoro di recupero, di bonifica e cura svolto dalla Fondazione di Comunità di San Gennaro. L’iniziativa ha creato posti di lavoro per molti giovani del quartiere Sanità, i quali hanno portato a termine il compito con impegno, dedizione e tanta passione. Il recupero del sito rappresenta la mission della Fondazione che incoraggia la cura del bello, la cultura del dono, della partecipazione e della responsabilità, contribuendo a intersecare la struttura sociale ed economica del territorio.
L’educazione parte anche dal proprio territorio, che deve essere sfogliato per scorgere sempre nuove risorse e viverlo pienamente. Ti consiglio di visitare il sito della Fondazione e quello delle catacombe per ulteriori informazioni. Le cose da migliorare a Napoli sono ancora tante, molte forse resteranno nel degrado e nell’abbandono, ma questa iniziativa è l’esempio concreto che insieme si vince un po’.
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Ciao Natascia, Mi è molto piaciuto l’articolo “Curiosa della mia città, mi educo alla storia dei monumenti”
Non c’ è neulla di piu’ bello e piacevole che essere turisti nella propria citta e questa è una fortuna che puo’ vanatare solo che vive nella nostra splendida città
Ovviamente,sono rapita dal tuo modo di descrivere ed esplicare le cose, spiegabile in un solo aggettivo: entusiasmante
Ciao Daniela, concordo con te! Siamo fortunate a vivere in una città ricca di storia e monumenti come Napoli. Ognuno di noi dovrebbe guardare queste meraviglie che ci circondano con occhi diversi, per far conoscere quello che vive oltre il preconcetto. Grazie per il tuo commento.