È un piacere per me condividere un’iniziativa sociale organizzata dell’Associazione Nasi Rossi Clown Therapy che il 3 dicembre alle 17:30, all’Habita 79 di Pompei presenta il fumetto “Il Naso in tasca”
Come nasce l’idea?
“Il Naso in tasca” é stato pensato per donare leggerezza laddove il tempo nella stanza dell’ospedale sembra non passare mai. La degenza porta con sé paure, sconforto, dolore soprattutto quando ad ammalarsi sono i più piccoli. La sofferenza si amplifica anche per chi sta accanto. Ecco che anime belle, non indifferenti al destino altrui hanno pensato di utilizzare l’allegoria del clown per portare levità e dolcezza. Con i clown dottori un palloncino si trasforma in una mongolfiera, uno scopino in un
microfono, il soffio in polvere magica e la parola in poesia: è così che la paura si trasforma in stupore e i mostri diventano piccolissimi. Il fumetto é stato pensato per dare vita ad un progetto più ampio che in futuro, coinvolgerà i reparti pediatrici e le scuole presenti negli ospedali Umberto I di Nocera Inferiore, S. Maria della Pietà di Nola; Martiri del Villa Malta di Sarno e Santobono di Napoli. Nella seconda parte del progetto, infatti, i volontari dell’Associazione Nasi Rossi Clown Therapy incontreranno i piccoli degenti e li coinvolgeranno nella lettura e nella drammatizzazione del racconto, donando poi loro una copia del libro. La presidente dell’Associazione Francesca Colombo, ritiene che questa iniziativa rappresenta una piccola goccia d’acqua in un mare di bisogni, un piccolo dono che viene porto ai bambini.
Il libro é narrato da…
Marco Ferrandino sceneggerà il libro che é stato disegnato da Fabrizio Quartieri e pubblicato da D’Amato Editore. Le storie raccontate descrivono persone che sembrano ordinarie, con una vita ordinaria, che però portano sempre “Il Naso in tasca” e, all’occorrenza, lo indossano per trasformarsi in supereroi pronti a salvare i bambini dalle paure che vivono ogni giorno nelle corsie degli ospedali. E’ la storia per immagini, come
scrive Enzo Salerno nella prefazione, “delle vite nascoste di alcuni anonimi benefattori che non sono clown di professione ma per scelta di vita”. Credo che sia importante sensibilizzarci a questo argomento e contribuire nel nostro piccolo. È impensabile immaginare un bambino o una bambina ammalati eppure accade molto più spesso di quanto sappiamo. I bambini sono stupore, ci meravigliano e sono capaci di sostenerci con la loro fragilità. Per questo contribuire alla propria narrazione attraverso la volontà di altri é già di per sé curativo. Ringrazio la mia collega di studio Maria Teresa Bonifacio che fa parte del team clown per avermi offerto la possibilità di scriverne e dare visibilità, con la certezza che ognuno di noi sarà quella piccola goccia solidale. Qui trovate il link per seguire altri eventi.
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