Solitudine e disagio adolescenziale: il bisogno di riscoprire una nuova umanità [Video]

Come sta cambiando la nostra società? Dove ci stiamo dirigendo? Nella cornice dell’ VIII Congresso FIAP (Federazione Italiana Associazioni di Psicoterapia) in programma fino al 7 ottobre nella Stazione Marittima di Napoli,si discute del cambiamento sociale, del disagio dell’uomo contemporaneo e  di come gli approcci terapeutici  devono adeguarsi di fronte a questi cambiamenti repentini. Il presidente dell’associazione, lo psicoterapeuta Giuseppe Ruggiero, esperto delle relazioni familiari, conosce molto bene quelle che sono le forme di disagio della famiglia e dell’universo che attraversa la crescita di bambini e adolescenti. Per il terapeuta, parlare di cambiamento oggi, significa accettare che sta cambiando la famiglia, nella sua struttura, rispetto al modello del passato. Oggi le famiglie sono monogenitoriali, ricomposte, adottive, omossessuali, rappresentano uno scenario della genitorialità del tutto inedito, ma evidenziano delle criticità.

Giuseppe Ruggiero Psicoterapeuta

Giuseppe Ruggiero Psicoterapeuta

Non è mai stato facile fare il genitore, aggiunge Ruggiero, ma è anche vero che i genitori di questo tempo sono sollecitati da una sfida educativa molto impegnativa. Questo accade perché i rapporti interpersonali, si stanno fluidificando, non esistono più dei punti fissi, le nostre personalità sono più cangianti, questo comporta una ricerca di senso che, in certi versi può sembrare interessante, ma molto spesso si rivela dolorosa in particolar modo in età adolescenziale. L’adolescente è narciso, ha una notevole facilità ad entrare in contatto con gli altri grazie anche alla tecnologia, dove si illude di raggiungere tutti ovunque. Un comportamento del genere per un adolescente che sta costruendo il nucleo della sua identità e che necessità di sentirsi accettato, diventa un pericolo, spiega l’esperto. Restare all’interno di una realtà completamente virtuale espone a seri rischi come: la dipendenza dai social o al fenomeno hikikomori, perché oggi, stare al mondo è diventato difficile, in particolar modo per un adolescente, che sente il bisogno di essere accolto e se ha subito piccoli eventi traumatici nella scuola, o nel gruppo dei pari, si sente tagliato fuori, è importante a questo punto fare qualcosa.

La psicoterapia può contribuire anche se non nell’immediato con il giovane che si rifiuta ad avere un contato con gli altri. Bisogna lavorare in primis con la famiglia, con i fratelli, il gruppo dei pari, immaginando anche delle forme di intervento differenti rispetto a quelle classiche della psicoterapia ad esempio: prevedere degli incontri domiciliari dove, persone più giovani possano cominciare a ricostruire una rete vitale intorno all’adolescente per permettergli di recuperare un senso di vitalità smarrito. Se gli adolescenti si chiudono in se stessi, se non hanno più voglia di vivere è perché vedono un mondo, a partire dai loro genitori, incoerente, dove c’è una instabilità dei modelli relazionali e dove spesso sono costretti a confrontarsi con genitori non risolti sul piano della loro crescita, narcisi, che mal si adeguano all’impegno educativo. Essere genitore richiede non solo autorevolezza, ma impegno costante e capacità di entrare costantemente nella mente dei propri figli empaticamente. I modelli diseducativi arrivano anche dai social media, l’adolescente a questo punto si protegge, attraverso la chiusura verso l’altro, perdendo ogni speranza o manifestando la sofferenza attraverso azioni autolesive per sentirsi vivo e provare un contatto forte, quello che la società non gli permette di fare. Questi comportamenti possono sfociare in una condotta più grave e richiedere un intervento terapeutico individuale. La società deve ritrovare la speranza perduta, conclude lo psicoterapeuta, noi possiamo soltanto sostenere questo processo. I nostri ragazzi ci guardano e vogliono vedere riflesso nell’adulto il modello di quello che diventeranno.

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About Natascia Caccavale

Volli, sempre volli, fortissimamente volli. Questa è la massima a cui mi ispiro ogni giorno per trovare la giusta grinta ed affrontare la complessità della vita. Sono convinta che la volontà muova il mondo e solo attraverso essa possiamo tentare di renderci felici. Pedagogista, giornalista e scrutatrice dell'animo umano, amo vivere la vita con entusiasmo e positività. Puoi scrivermi a [email protected]

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