La pandemia ha fermato la nostra economia e rallentato le nostre vite, ma noi dobbiamo continuare a costruire
I titoli dei maggiori quotidiani indicano che il mondo sarà investito da una recessione economica storica dopo periodi di crescita quasi costante.Le cause sono da attribuire alle misure restrittive adottate dai Governi per contenere la diffusione del Covid-19.
Si profila ancora una volta, una vita senza lavoro e futuro. La pandemia ha fermato bruscamente la nostra economia e rallentato le nostre vite, ma noi dobbiamo continuare a costruire.
Probabilmente è giunto il momento di cambiare in meglio la nostra esistenza e prendere decisioni importanti, anche se drastiche. Avremo giorni bui, difficili, ma insieme possiamo essere più forti. In virtù di questi dati, mi viene da riflettere che la crisi economica è in atto da molti anni. Qualcuno probabilmente se ne sarà accorto. Il lavoro sicuro, dignitoso è un miraggio per tanti. Costruire un proprio percorso è sempre più difficile, complice un sistema politico ingarbugliato e incapace. Veniamo alla nostra realtà nazionale, quella che più ci interessa. Credo che dobbiamo crearci delle opportunità con o senza l’aiuto dello Stato sempre più assente e inadeguato poiché i progetti, le speranze non possono attendere.
Chi soffre di più?
L’economia è un sistema che gira sulla domanda e l’offerta. Dobbiamo essere geniali e trovare un modo per fare quadrato. In verità se non si hanno i mezzi economici difficilmente potremmo aiutare l’economia e avere quei vantaggi che, alla fine restano esclusività di pochi. Qui nella mia Napoli, si respira un clima di vitalità incontenibile (misure di sicurezza a parte) e tanta voglia di ricominciare. Un atteggiamento positivo, ma carico di paure soprattutto di non farcela. Sono tanti i commercianti ed imprenditori che hanno deciso di non riaprire le attività perché incapaci di sostenere i costi di gestione. Coloro che hanno fatto questa scelta sono soprattutto le realtà più piccole.
Un auspicio per tutti gli imprenditori
Valentina Troncone è tra i tanti imprenditori napoletani che ha deciso di riaprire la sua attività seppure con molteplici difficoltà. Titolare del Jammin Bistrot da tre anni è una chef molto richiesta in particolare modo dai palati più esigenti. Ha scelto di rivolgersi ad un pubblico che apprezza la qualità delle materie prime non troppo lavorate con abbinamenti di salse e marmellate tutto home made. Non il solito panino da pub quindi, ma una vera esperienza sensoriale che coccola l’anima, come lei sostiene. Un’esperienza culinaria eccelsa richiede anche una costante ricerca di novità e di attenzioni per la clientela, che porta ad un maggior dispendio economico e di energie. Come vi accennavo qualche rigo più su, l’economia circola proprio sulla domanda e se questa si ferma, anche la giostra subisce un brusco arresto. A questo punto, dovremmo centellinare le nostre uscite e privarci del nostro piacere conviviale ( già massacrato dalle distanze e misure di sicurezza), ma noi dobbiamo essere più bravi e concederci delle belle serate a godere di buon cibo e piacevole compagnia. Aiutiamo nel nostro piccolo, a modo nostro tutti gli imprenditori che in questo momento stanno soffrendo la ripresa. Valentina è il simbolo di tutti quanti e, le auguro di continuare a credere nella sua passione per il buon cibo e per il suo lavoro svolto con amore e rispetto senza lasciare mai nulla al caso… affronteremo con un’altra convinzione questa crisi, che ci renderà un pò più consapevoli, si spera!
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